Monday, November 21, 2011

Bloggo ergo Sum

Esiste... ha resistito all'incuria ed all'abbandono.
Il mio caro vecchi blog esiste ancora.

E colleziona ancora tutti i sentimenti che furono e l'io che è stato.
La felicità e l'entusiasmo di valencia, il sagace umorismo del rientro a Parma.

C'è anche l'odio viscerale e la tristezza dei momenti bui.
C'è l'esatto momento in cui, stanco, avevo detto basta. Ma a me scrivere è sempre piaciuto.
E se continuassi a farlo!?

Stay tuned!


Tuesday, July 28, 2009

Si chiude

Mi sa che chiudo bottega
:(

Monday, April 20, 2009

Si lavora e si fatica...

18:31 di un Lunedì pomeriggio lungo una vita.
Testa ufficialmente piantata da un'ora. Ma l'attesa di una mail m blocca ancora in ufficio.
Tic. Tac. Tic. Tac....

18:32 di un lunedì lungo una vita ed un minuto.
La mail nn arriva... nonostante m ostini a controllare la posta ogni quindici secondi.
Da domani si molla questo ufficio; almeno per un pò.
Da domani sarò in cantiere, sul campo, a seguire le squadre di tecnici.

18:33 di un fottutissimo lunedì merdoso. Minuti che scorrono lenti come l'acqua di un lago. La stramaledetta mail nn arriva ed io divento impaziente e nervoso.

Fanculo la mail; fanculo questo pomeriggio.
I 100 caffè che ho tragato sperando d nn svenire sul pc salgono su tutti in questo momento.
Questa giornata sembra lunga il doppio; sveglia alle 6 e treno per ritornare a Parma.
Ieri ho chiuso un capitolo, l'ennesimo, della mia vita.
Ieri ho lasciato il regio. Dopo 3 anni di meraviglioso e, forse, onorato servizio.
Non sn più una maschera.
Magone e lacrimucce.

18:40 di un lunedì in cui finisci per cancellare il tasto aggiorna del client di posta elettronica.
La mail nn arriva; nell'ufficio c sn solo io.
E da qualche parte, sommerso da mille impegni, il mio capo. Trovasse il tempo di scrivermi questa cazzo di mail forse potrei andare a casa.
Deve darmi le disposizioni per domani... ed io intanto brucio di odio e di attesa.

Giro la sedia e sparo il mio sguardo fuori. Cielo grigio. Credo che questa sia la famosa tonalità di grigio milano di cui ho sempre sentito parlare. Piove. E quella illusione che la primavera fosse arrivata per davvero m ha lasciato senza robe pesanti e con un raffreddore da pirla.

Guardo ancora una volta la mail; ma niente. Allora m maledico per nn aver caricato il mio ipod. Silenzio in questo ufficio. Solo il ticchettio delle gocce sul vetro. Solo il ticchettio dell'orologio. Solo il ticchettio delle mie dita sulla tastiera.
Ticchetta tutto. Dal mio cervelletto sta per sbucare fuori un cucù.

Mollo.
Vado alle macchinette a beccare un te.
O una camomilla... per compensare l'abuso di caffeina.
18:50... la mail, naturalmente, nn è arrivata.

A presto,
ilpazzo

Monday, March 23, 2009

Buongiorno Primavera

Buongiorno Primavera.
Buongiorno a voi, lettori supersiti. Reduci dai miei grandi periodi di inattività, capaci di resistere ai miei momenti tristi ed altalenanti, ai periodi cupi, alle paranoie, alla misantropia ed alla misoginia. A voi (sarete due, tre... già quattro m farebbero lacrimare) che avete la pazienza di sbirciare ogni tanto su questa bistrattate pagine.

Guido è tornato. Anzi di più: Guido è tornato Guido. Stressato, esplosivo, caricato a molla. E parco di novità e belle (?!) notizie.

Mhhhhh... vorrei farvi un rapido aggiornamento. Ma nn voglio tarlasciare particolari visto che nn scrivo da tanto. Facciamo così... vi annoio e vi racconto tutto a mo di favoletta... giusto perchè sto ascoltando al momento una canzone che una favoletta m ricorda.

"C'era una volta un giovane ingegnere alle prime armi che affrontava, carico di pseudo problemi esistenziali, il critico mercato del lavoro. L'ingegnere, che per coerenza narrativa chiameremo sfigato, percorreva in lungo ed in largo l'italia nella speranza che qualcuno lo chiamasse a lavorare.
Ma niente... passavano i giorni e le settimane. Ma il lavoro non arrivava e la situazione era aggravata da un scarsa considerazione della propria persona. Così l'ingegnere sfigato giunse alla conclusione che questo 2009 fosse un gran bell'anno di merda.
Senonchè.... [e qui mi aspetterei che il lettore spalancasse gli occhi e fingesse interesse] fu chiamato da uno nota azienda milanese per iniziare un iter di selezione.
Sbarbato, profumato ed ingiacchettato. Segno della croce (retaggio di una educazione cattolica) e via davanti al selezionatore. Sorriso brillante ed espressione compiacente di circostanza. Signore G. per me lei va benissimo: la rimbalzo all'aria tecnica. E via col secondo colloquio. Bla bla bla. Gne gne gne. E come ogni volta, uscito dallo studio, il giovane sfigato pensava: "Mha... secondo me è andata bene". E questa volta aveva ragione. Una terza chiamata: Ingegner G., il direttore in persona la vuole conoscere.
Sbarbato, profumato ingiacchettato. E via col terzo colloquio. Salve Ingegnere. Salve Direttore generale. E come ogni volta, uscito dallo studio, il giovane sfigato pensava: "Mha... secondo me è andata bene".

Poi 10 giorni di silenzio ed incertezze. Risvegli a controllare la mail; ma niente. Niente di niente. Senonchè un giorno arriva la chiamata: Ingegner G. le comunichiamo che il giorno 16 MArzo saremmo lieti di averla da noi per cominciare la sua esperienza lavorativa.

La sorte. E quella sua sottile ironia...
questa chiamata arrivava proprio mentre il simpatico ingegnere sfigato si trovava a Bologna per un colloquio in una altra azienda.
Bè... la felicità era tanta. E vi assicuro che un colloquio si affronta molto meglio sapendo di avere il culo parato. Ed infatti anche questo colloquio andò bene benissimo benissimisssimo.
Tanto è vero che qualche giorno prima di cominciare a lavorare anche questa azienda contattò l'ingegnere sfigato: Ingegner G. le comunichiamo che il giorno 1° Aprile saremmo lieti di averla da noi per cominciare la sua esperienza lavorativa.
Per ragioni economico-professionali la scelta era scontata. L'ingegnere sifgato fu costretto ad accettare questa seconda proposta. Ma abbandonando il progetto Milano in favore di Bologna.

Nooooooooooooooo. Bologna proprio nn m va. Voglio Milano.
"Ma no ingegner G. Purtroppo lei è stato assegnato a Bologna. Scelte dall'alto!"
Nooooooooooooooo. Ma io ormai avevo preso mille contatti a Milano.
"Ma no ingegner G. Purtroppo lei è stato assegnato a Bologna. Scelte dall'alto!"
Noooooooooooooo. Ed io piango!
"Ingegner G. Non rompa il cazzo e vada a Bologna".
Suo malgrado, l'ingegner sfigato mollò il progetto Milano e partì alla ricerca di una casa a Bologna. E vi dirò.... l'idea iniziò anche ad entusiasmarlo. Alla fine Bologna non è male, alla fine è tanto vicina a Parma, alla fine la gente non è così male, all fi...

Ma qui arriva il colpo di scena! [Inviterei il lettore a prendersi dieci secondo di pausa per aumentare il livello di suspance].
Mentre a Bologna era in procinto di firmare un contratto di locazione squilla il cell: Ingegner G. le comunichiamo che la nostra azienda ha deciso di accontantarla assegnandola alla sede di Milano. [Il lettore farà: Ohhhhhhhhhhhhhhhh].

Bologna- Parma. Nanna. Parma - Milano. Di nuovo in strada. Di nuovo alla ricerca di una casa.
Il primo Aprile l'Ingegnere G., sbarbato, cravattato ed ingiacchettato, si dovrà presentare in azienda, a Milano. Ed una telefonata, a minuti, gli dirà se avrà una casa o se lo aspetteranno ponti e parchi.

Questo è quanto.
Siete annoiati!? [Qui il lettore dovrà scuotere la testa in segno di negazione]

Guido è tornato.
Guido è tornato Guido.
A voi,
come ai vecchi tempi,
un inchino (ed un grazie per essere arivati fino a quest'ultimo rigo).

Tuesday, February 10, 2009

Le correnti ascensionali

Mani e ginocchia per terra. Fronte pigiata al suolo; mai così in basso m dicevo. E spinto da battiatiche correnti gravitazionali mi lasciavo vincere dalla necessità di una cura.
La cura ora sono le dolci attenzioni di un blues amaro. Nero come il nero negro della malvasia.

Sento dietro le mie spalle le correnti ascensionali che mi spingono. Su... ed è tanto dolce la salita quanto è lenta ed inesorabile. Irrefrenabilmente in moto questa locomotiva.

E così i pensieri divantano idee, le idee progetti ed i progetti materia. E la materia ragion d'essere.
Ed il connubio canne blues m da al cervello. E sveglio il palazzo.

E poi m distraggo e nn scrivo.
Canto...

Thursday, February 05, 2009

Apri gli occhi

La sigla del Tg1 risuona per tutta la casa con sorprendente tempestività. Giusto in tempo per accompagnare e ritmare le fasi sterili del mio risveglio. E per ridicolizzare ancora una volta questo strano stile di vita. Tempo di constatare l'assoluta incapacità di deglutire, maledire la tonsillite -scotto di un fine settimana da super eroe-, far scivolare lo spruzzetto di tantum nella mia gola e sono in piedi. Mi muovo verso la finestra, claudicante, come se fossi inchiodato a letto dall'origine dei tempi.

Buio e grigio. Giornata media, degna dello standard parmigiano. Metereopatia; pessimismo e fastidio. Accendo il pc alla ricerca di stimoli. O forse semplicemente di qualcosa che annienti il pensiero, che metta a tacere la voglia di paranoie.

Nella mente ancora le tracce dell'ultimo sogno. Oggi la traversata onirica è stata più clemente del solito. Ma un senso di nausea mi attanaglia comunque lo stomaco, mi spreme e mi regala distillato di odio e di incertezza.

Metastabilità fulminante. Per la prima volta libero di scegliere ma incapace di farlo. Batto su questa tastiera in un coito non interrotto di pensieri, un flusso indefinito di cose non dette.

Leggo l'oroscopo dell'Internazionale:
TORO
Spesso, quando sono mature, le grandi idee spuntano in più posti contemporaneamente. Verso la metà dell'ottocento Charles Darwin e Alfred Russel Wallace formularono in modo del tutto indipendente i concetti chiave dell'evoluzione. Una ventina d'anni prima, i matematici Urbain Le Verrier e John Couch Adams avevano ipotizzato entrambi l'esistenza del pianeta Nettuno, senza conoscere i rispettivi lavori. Sospetto che un fenomeno simile si verificherà presto anche nella tua sfera personale, Toro. Se non vuoi essere ignorato, come è successo a Wallace e Adams, comincia subito a darti da fare.

Comincia subito a darti da fare.
Voglia di gridare.
Vaffanculo.
ilpazzo

Thursday, January 29, 2009

Spiegami perchè mi tormento

Ognuno ha la sua. Chi una y10 bordeaux, chi un pandino rosso. Ma ognuno ha fottutamente la sua. Te ne passa una accanto e il cervello si blocca, i rumori diventano ovattati. Secondi lunghi, interminabili. Gli occhi puntati sul finestrino o sulla targa, giusto per scorgerne un particolare.

Poi la realtà ritorna, il tempo riaccelera, i rumori diventano forti e distinguibili. Ma nel cervello rimangono percettibili le scorie sporche dell'autoviolenza.

Il tempo passa e Silvestri rimane ancora un tabù.

Il tempo passa ed il contingente è sempre più una trappola.

ilpazzo