Wednesday, October 22, 2008

Dalle interpretazioni secondo guido

Quando la caduta è libera la necessità di uno schianto diventa bisogno impellente. Ed allora ti agiti e ti dimeni, aspetti lo schiando con silenzioso fragore. E quando tocchi terra, quando l'impatto ha consumato la sua cattiva violenza, ti lecchi le ferite e ridi. Ridi timidamente perchè sei felice. Sei caduto a lungo, precipitando da quelle che credevi le stelle a quello che senti come un ostico inferno. Ma sei sereno perchè cosciente di non poter scendere ancora più in basso.

Hai toccato il fondo e quasi te ne compiaci; ti commiseri della tua bassezza e delle tue debolezze. E ne fai scudo.

Ma per tua stessa indole umana non ti accontenti; tiri fuori gli artigli che non hai e scavi. Perchè il fondo per te non è abbastanza fondo. E scendi. Scoprendo nuove debolezze e nuove paure vinte in onore di una forza che millanti e che nn ti appartiene.

E quando sei sceso tanto da non avere più luce intorno a te ti guardi intorno; e sembra tutto chiaro. Hai sempre scavato ed hai sempre desiderato andare giù. E l'hai fatto per sentirti uno stronzo. E più scendevi più avevi bisogno di sentirti uno stronzo. Quasi a bramare merda.

Arriverà un giorno in cui avrai di nuovo libertà di arbitrio. E potrai scegliere se alzarti e risorgere da topo di fogna a ratto di campagna. O continuare a scavare e scoprire nuovi orizzonti delle tue debolezze.

Ma a quel punto sarai sereno; qualsiasi cosa sceglierai di fare sarai sicuro d poterla fare al meglio. Perchè a quel punto sarai abbastanza stronzo da esserne certo.

ilpazzo

Thursday, October 02, 2008

Oggi nn c'è sole intorno a me

Neffa nelle cuffie. Ed ennesima giornata spesa nel nulla. Magone e malumore da fine estate in un tetro ambiente di inizio inverno.

Pessimismo e fastidio. Mi aggiro come un fantasma per casa aspettando di essere ingoiato da qualche impegno. Giusto per fare qualcosa. Giusto per non pensare.

Il cervello schiegga a minima velocità... gira e rigira; si annoda su se stesso in una stasi di malcelati rancori e futili spiegazioni, etichette al contingente.

Guarda le mille pagine bianche della mia agenda e le riempo di impegni e scadenze. Quasi volessi darmi altre mete da non raggiungere.

Esami finti ed una tesi da dare. Zero voglia di fare questo scatto finale... che di performante richiederebbe, in realtà, ben poco. Un piccolo sforzo... di fronte ad un grande traguardo.

Riguardo la mia valigia. E, per la prima volta, oggi la vedo veramente piena. Oggi ho veramente la testa già da un'altra parte. Zero ancore. Zero zavorre. La nave puo' partire con il solo carico di ricordi.

Non ho la forza per sentirmi in colpa.
Non questa volta.

ilpazzo@lasciatiguardareunpo'piùafondofinchèsipuo'ultimosalutoalnostrotempo...