Ci sono, nella vita di tutti, persone o meglio personaggi di quelli speciali. Di quelli che vorresti tenere accanto per sempre. La vita ti dona la fortuna di conoscerli e di condividere con loro momenti belli e meno belli e di trovare in loro il tuo perfetto complemento. Poi, un giorno, decide che la tua strada deve separarsi dalla loro.
E così quello che ti rimane è una spalla lontana. Qualcuno che abita il tuo cuore e su cui puoi contare sempre e comunque. Con cui, pero', nn puoi condividere il tuo quotidiano, il tuo crescere. Questo post vuole essere, al contempo, un abbraccio virtuale ed amorevole al mio amico Lucozzo ed un canto ai commiati, alle tristi separazioni che bisogna affrontare.
E' iniziato un (insolitamente) caldo secondo semestre. Le aule piene di gente nuova e meno nuova. Accanto a me, come da sei anni a questa parte, la mitica Vip. Ma, in mezzo a questi banchi verdi tutti uguali, in questi grigi e cementosi corridoi di ingegneria, manca il sole di Luca. E nn mi venite a dire che l'aggettivo cementoso nn esiste. Nella mia mente è la parola perfetta per descrivere i corridoi della mia facoltà. Come spettacolaroso è l'aggettivo perfetto per descrivere il Patacca. Anche se nn esiste.
Luca. Il mio alterego responsabile. La forza di volontà e l'ambizione fatta cuore. E carne. E quando dico ambizione dico la tensione ad essere cio' che si è. Non cio' che si spererebbe di essere. Su questo punto vorrei spendere diecimila parole. Ma nn sono capace di scrivere quello che penso. Vorrei essere scrittore. Maledizione!
Seduto davanti ad un pc; una canna tra le dita. Chiudo gli occhi e cammino per le strade di Granada. I vicoletti, le scale. Le salite affaticate verso il quartiere gitano. Una theteria, un negozio di borse. Una piazza ed in mezzo un cantastorie, alle spalle la Alhambra. Uno spagnolo narrato con accento vagamente italiano, una faccia dipinta e dei bambini che ridono.
E' così che immagino, in questo andaluso escursus mentale, il pomeriggio del mio amico. Carissimo e fidato. 3000 km lontano da qui.
Il coraggio e la forza. La delicatezza ed i sorrisi. La dolcissima autorità da cui ti faresti prendere per mano. L'ago della bilancia e la padronanza delle proprie capacità. Un avventuriero con cognizione di sorta: lasciare Parma e l'Emilia per lanciarsi in una avventura con la fiducia in se stesso e la sicurezza dei girovaghi.
Adesso so veramente poco. Bramo notizie di cui ha paura di chiedere. Non essere accanto a te, passo dopo passo, mi infuria. Sono geloso di chi ti sta vicino godendo del tuo essere così... tu. Vorrei sedermi in un bar, ordinare
cacauetes y cerveza, e mettermi ad ascoltare una storia. Chissà se sei ancora il grande cantastorie di cui si parla tanto a Granada.
Vorrei passeggiare con te e raccontare. Non so cosa e forse nn sarebbe importante. Vorrei ascoltare ogni tuo racconto con ammiratissima attenzione.
Charlar; di quello che sia: donne, asnari, buffolari... Vorrei bermi una birrozza in pilotta in compagnia del buon Mele (fijo e Selen) e ridere delle piu' banali cazzate.
Ti voglio bene Lucozzo mio.
In una straripante ondata di sentimentalismo,
ti abbraccio. Con le due braccia e le tre gambe.
Perchè sapere che, in giro per il mondo, ci sono persone
spettacolarose come te mi da la forza di vivere alla grande.
Sperando di poterti abbracciare presto,
ti saluto. con la lingua.
tuo, ZioGuido.
PS: sta per arrivare l'ottavo cucciolo! OctoZio!