Wednesday, July 25, 2007

Dottore... questo è grave?

Sento le vocine nel cervello. Dottore, mi dica, questo è grave? Sia sincero per una buona volta...

Non sapessi per certo di soffrire di strane patologie psico-emotive forse mi preoccuperei ancor di più. E seriamente.

Tapparella tutta abbassata, musica come fosse rumore cosmico di fondo. Le parole mi scivolano giù dalla mente e si riversano a casaccio su fogliettini sparsi qua e la. Le mani si agitano su questa tastiera sporca di caffè e nutella; quasi a sfogare una frustrazione che di mio sembra avere poco.

Guardo impaziente l'orologio e poi punto lo sguardo sul calendario. Nel buio della mia stanza, che almeno per oggi ha deciso di nn vedere il sole, sento il puzzo di aria vissuta e di igiene mancata.

Colpo di mano; tiro giù a terra dalla scrivania, nell'ordine, tutti i miei libri, due casse del pc, una tazza, una tazzina, il mouse, un pacchetto di sigarette finito ed un pacco di cartine. Giornate del cazzo queste.

Inclino la sedia e sparo lo sguardo sul soffitto; e poi oltre. Torturo la stanghetta degli occhiali così come torturo il mio cervelletto. Prendo atto del fatto che scrivo, ormai, solo quando sono profondamente emotivo. Ed emotività, di questi molto poco altalenanti periodi, significa paranoie e seghe mentali.

Leggo un msg scritto ed inviato di recente. Rivedo il mio buon prof di italiano delle superiori: "spiccata padronanza della lingua italiana, Greco. Come al solito, però, mi pecca nei contenuti". Professore che ci posso fare... a volte la forma, i suoi mille artifizi, valgono mille volte più dei contenuti. Non ho mai creduto a questa mia affermazione... ma confesso di aver ceduto più e più volte alla tentazione di mascherare nella forma la sostanza, quasi a volerla nascondere.

Affondo la faccia tra le mani. Canticchio un motivetto che, personalemente, non credevo di conoscere. Mi sforzo di pensare a dove e quando l'ho potuto sentire. Ma la mia mente ormai è scivolata altrove.

Raccolgo le forze per trascinarmi in cucina; ennesimo caffè di questa mattinata di Gennaio. Fuori nevica ed io gioco con i regali di Natale. Non penso alle vacanze che mi aspettano, non penso alle vacanze che mi sto perdendo. Non penso. E forse è meglio così.

ilpazzo@scusatemanonbevo

PS: sono uscito pure (bello come il sole...) su un giornale locale...

Tuesday, July 24, 2007

Tregua

Apro la finestra e benedico le nuvole. Mi stendo sul letto e lascio che l'aria fresca di questo mattino di tregua mi scompigli i capelli e mi rinfreschi le idee.

Penso a quando da piccolo, a mare con mio padre, mi divertivo a scendere sott'acqua e rimanere in apnea decine di secondi. Quando riemergevo generalmente riportavo alla superficie una conchiglia dal fondo.

In questi giorni di apnea emotiva mi rendo conto di aver toccato il fondo piu' volte. Ad occhi aperti, il sale negli occhi, scendevo in picchiata verso la sabbia; imprecando e smadonnando, lamentandomi a denti stretti. Ed ogni volta che provavo a ritornare su, sfinito, mi mancavano le forze per tirare la testa fuori da questa montagna di acqua. O di merda.

Mai una conchiglia tra le mani. Sempre sabbia e solo sabbia. Allora ritorno giù, sul fondo. Sperando di concretizzare in qualche modo questi maledetti sforzi. Le conchiglie sono la, a pochi metri dalla mia mano. Eppure...

Cervello in panne. Quattro frecce ed accosto al lato della strada. Cerco unità di deframmentazioni cunicoli cerebrali. Ma ogni tassello di questo strano puzzle sembra vagare per suo conto.

Affondo la faccia nel cuscino e sogno ad occhi aperti di essere lontano da qui. E' stato un anno duro questo e, con o senza meriti, sento sia giunta l'ora di una vacanza. Sogno Salento e mare, casa ed amici.

Guardo l'orologio. Come al solito troppo tardi per non aver ancora aperto questo dannato libro. Squilla il telefono. Come una manna dal cielo: Don Panta e Donna Terry. Dice che a fine Agosto partiranno anche loro a fare una vacanza. Mentre parlo con mia madre sento mio padre, dietro di lei, che legge l'itinerario del viaggio che hanno ritirato in agenzia. Mi sento in colpa quando sento mio padre chiedermi il permesso di andare; "non vorremmo rimanessi solo gli ultimi giorni di permanenza qui a Lecce". Ed io che non gli avevo neanche avvertiti che sarei andato in croazia a metà del mese, a spese loro!

Chiudo il telefono e mi asciugo una lacrima. Emotivo come non mai. Ma ora sensatamente felice. Ammetto di essere molto più entusiasta di sapere che i miei faranno un viaggio insieme che non della vacanza che mi aspetta. E' stato un anno difficile anche per loro. Probabilemnte piu' del mio.

Ancora una volta ringrazio i miei e penso a quale enorme fortuna mi sia toccata in questa vita. Riprendo motivazioni e voglia di fare. Tiro la testa fuori dalla finestra ed emetto un urlo insensato.

"scusi signora... ma avevo bisogno di sfogarmi"

Mi metto a studiare.
ilpazzo@illogicamente

Saturday, July 21, 2007

Fatalismo

Incredibilmente io. Si, proprio io, scettico e a tratti agnostico che mi ritrovo a credere agli oroscopi, a strutturare le coincidenze, a guardarae oltre la casualità. Il fato... meravigliosamente e maledettamente ilfato.

Giornate strane queste; giornate fatte di 40 gradi all'ombra e pensieri soffocanti piu' del caldo. Giorni di confusione ed odio, passioni mal celate e rifiuti celati benissimo. Periodi di merda; di quella merda che ti tiri addosso contemplandone la puzza.

Periodi in cui per tutto il giorno ti risuona un motivetto che fa: "Ci cu le mani soi l'ecchi se caccia tocca cu se la pighia cu pacienza". Penso a mia madre, alla sua infinita saggezza, mentre con voce intonata ed un sorriso abbozzato ma grande come il cielo mi canta questa canzoncina. Chi con le sue mani si cava gli occhi non puo' che prendersela con pazienza.

Quanto aveva ragione la mia mammina. Mi cavo gli occhi e guardo la pazienza a tu per tu! Ma te... pazienza... te ed io.... che cazzo c'abbiamo da spartire!?!

Allora apro il giornale e leggo l'oroscopo; per la seconda volta in due giorni. Sarà la quarta volta in tutta la mia vita. Ma è un periodo strano questo... un periodo in cui tutto trova una sua fottutissima logica, una posizione. In una consecutio tempore fatta di valanghe di sensazioni leggo:

Toro (20 aprile - 20 maggio)
Voglio fare un brindisi ai miei insegnanti delle superiori. Forse non li stimavo molto quando eravamo costretti a passare insieme sette ore al giorno per 180 giorni all'anno: passavo da momenti di grande noia ad altri di grande fastidio mentre loro si ostinavano a insegnarmi le cose. Oggi, invece, scoppio di gratitudine: sono molto contento della mia padronanza della lingua inglese, di saper usare quella poca matematica che richiede la mia professione e di avere un'immagine chiara della geografia del pianeta. Quei maestri mi hanno istruito bene e non posso che ammirare i loro instancabili sforzi. Segui il mio esempio, Toro. Prova un'ondata di gratitudine per tutti quelli che in passato ti hanno aiutato e ti hanno insegnato qualcosa (anche involontariamente) e che tu non hai mai apprezzato a sufficienza.


Mi risuona il motivetto: ci cu le manu soi l'ecchi se caccia tocca cu se la pigghia cu pacienza.
Ma te... pazienza... te ed io.... che cazzo c'abbiamo da spartire!?!

ilpazzo@fato!?

Wednesday, July 18, 2007

La I. Responsabilità

Irresponsabile. Presuntuosamente superficiale e strafottente. Poche ore all'esame ed eccomi qui davanti al pc con la testa persa tra mille congetture e seghe mentali.

Il sorriso che mi accompagnava prima di andare a letto è ancora stampato su questa mia fallica faccia. Apro svogliatamente gli appunti; pervaso da un malcelato ed ingiustificato senso di superiorità sogno di farla franca. Anche stavolta. Sedermi sul banco, leggere la traccia e spremere da questo cervelletto un 18. Ma anche un 17, un calcioinculo ed un biglietto per il mio adorato Salento.

Le 12:00 AM. Colazione e pranzo non trovano una loro dimensione definita. Sapore di marmellata e sugo, birrozza e caffelatte. Svogliatezza a livelli esagerati; mi rimetterei nel letto pur di non dover affrontare la traversata in autobus verso il campus. E poi l'esame, gli ingegneri.... il ritorno con la coda tra le gambe ed il lavoro questa sera.

Forse meglio essere positivi ed ottimisti.
D'altra parte oggi è un bel giorno. La ruota gira finalmente verso dove volevo girasse. Il problema è che nn sono piu' io a farne l'andatura.

ilpazzo@testatralenuvole

Thursday, July 12, 2007

Maledettamente cosinusoidi

Ritorno indietro nel tempo. Luglio 2006. Un anno fa.

Spiagge assolate, feste ed eramus all'apice. Valencia coi suoi odori, la sua movida e le sue stranezze.

Alzo la testa e mi guardo attorno. Parma. L'afa ad accompagnare la routine di studio e lavoro.

Voglio andare via. Ho bisogno di una vacanza.

Cosinusoidi neurali a tangenza infinita. Come dire: stress.

ilpazzo@perchènonseiqui!?

Saturday, July 07, 2007

Ed è sempre di Sabato...

L'orologio segna le 14:00. Le due pomeridiane, mentre la mia testa rotola ancora rintronata sul cuscino. Divagazioni mentali, sogni e frustrazioni prima di prendere coraggio e scaraventare questo già stanco corpo giù dal letto.

Apro le finestre quasi a flagellarmi. Sole come se fosse Luglio.

E' Luglio. Il caldo è spaventoso e beffardo. Infilo l'antibiotico in bocca e do un sorso d'acqua amara. La città è deserta e, per una volta, fastidiosamente silenziosa.

Stanco di questi Sabati al profumo di Domenica mi infilo curvo e torvo in cucina. Un aborto di colazione, mille imprecazioni e poi davanti a questo miserabile PC.

Cerco la forza di studiare ma la mia testa, da sempre ingrippata, viaggia fuori fase e sotto giri.

Dannazione dei disequilibrati. E per la notazione disequilibrato devo necessariamente ringraziare Chiara. Per quanto la sua scarsa propensione alla tecnologia la terrà sicuro molto lontana dal leggere queste righe, un ringraziamento è dovuto. Vuoi per la chiarezza con cui ha dipinto uno stato profondo del mio (ed ancor piu' del suo) io, vuoi per il sorriso che mi ha dipinto sul volto in un venerdì sera di via crucis parmigiane.

Il risceglio, tragico e drammatico, mi riporta coi piedi per terra. Il sorriso si è trasformato in una smorfia di insofferenza mal celata e la voglia di raccontare e ridere in un istinto di blindare su questo abbandonato blog paranoie classiche di una sabato senza mare. E senza piscina. E senza un cazzo di niente da poter fare.

Sono in bestia. Perchè, sebbene la ruota giri nel senso giusto, continua a rotolare verso mete di cui, sinceramente, non me ne sbatte un amato cazzo.

ilpazzo@ilsabato