Sunday, April 02, 2006

Lettera ai giornali

Egregia redazione,

Siamo tanti, siamo lontani e rappresentiamo una parte di quel cuore pulsante dell’Italia che sono i giovani. Ed il 9 Aprile non ci saremo. Il 9 Aprile non avremo la possibilità di fermarci davanti ad una scheda elettorale ad esprimere la nostra preferenza, a decidere da chi essere rappresentati.

Siamo l’esercito di “cervelli in fuga”. Gente che per merito o, molto più semplicemente, per sfuggire allo scempio commesso ai danni dell’Università italiana si ritrova a studiare, a specializzarsi o a lavorare all’estero.

In molti, non potremo essere nella nostra cara amata Patria. Non per scelta ma per un problema di mera natura economica. Non avendo residenza all’estero e non potendo così usufruire del voto all’ambasciata, l’unico modo per partecipare attivamente a queste elezioni (che ci sembrano per toni, contenuti, promesse e “minacce” cruciali per il futuro della Nazione) sarebbe quello di rimpatriare. Molto spesso questo risulta impossibile. I voli aerei, nonostante il proliferare delle compagnie low cost, non sempre sono così accessibili.

Siamo un gran bello esercito. Siamo giovani. E come tali siamo quelli che più hanno diritto a porre una croce su una scheda elettorale. Negli ultimi anni abbiamo visto disgregarsi il fantastico mondo dell’Università Italiana. Abbiamo protestato, siamo stati ignorati, abbiamo cercato di convincere, fermare, abbiamo pregato di fuggire all’estero. In tutti i casi non siamo mai stati ascoltati ed ora siamo di fronte ad un possibile cambio, ad una svolta.

Si, ci accontentiamo di una svolta. E, il più delle volte, non ci interessa in che direzione vada. In questa occasione l’importante è che la svolta ci sia veramente. Stiamo pagando sulla nostra pelle scelte fatte “per noi”. Scelte che non ci hanno visto come elementi attivi. Scelte che ci sono cadute addosso e che stiamo pagando e pagheremo per molti anni a venire.

Forse, sarebbe ora di dare una mano a chi, di fronte ad un diritto importantissimo, come quello del voto, è costretto ad abbassare la testa ed a rassegnarsi ad accettare scelte altrui. Almeno voi Giornali, voce della libera informazione, dateci una mano. Portate all’attenzione di tutti il disagio degli studenti, fate sentire anche la nostra voce.

Il diritto al voto è una cosa importantissima. Noi studenti universitari rappresentiamo il futuro professionale dell’Italia. Riteniamo sia inaccettabile venire esclusi dal processo decisionale del nostro stesso avvenire!

Essere così lontani da casa, il 9 Aprile, rappresenterà una grave mancanza ed una grave perdita per tutto il “Sistema Italia”. Anche questa volta noi giovani abbassiamo la testa. Che si decida per noi.

Incrociamo le dita.


Roberto Mele e Guido Greco
Rappresentanti degli
Studenti senza voce