Monday, May 01, 2006

E per 6 ore respiro il Salento

Lo so... devo ancora finire di raccontare il mio viaggio in Andalucia e già mi perdo nella narrazione di altri accadimenti. Uffffff... mi ero promesso di aggiungere la descrizione degli ultimi 4 giorni etilici in cordoba (piu' per mia soddisazione personale che nn per compensazione della vostra scarsa fame di lettura...) pero' adesso mi ritrovo, fresca da raccontare, questa nuova avventura che sa un po' di Salento, un po' di Indiana Jones.

Protagonisti della vicenda: Io nella parte di Io, Afro nella parte di Afro, un amico di Afro e la ragazza nella parte di quelli che...mmm... di quelli che mettono la macchina per andare. Si parte con due ore di ritardo sulla tabella di marcia con destinazione Alboraya. Qui ci dovrebbe aspettare una dance hall raggae full illegal sulla spiaggia in pieno stile Salentino. In macchina dei due tipi arriviamo in questo paesello di mare giusto a lato di valencia e scendiamo a chiedere informazioni. Qui un tipo cellularemunito, dopo un paio di chiamate, ci reisce ad indicare il luogo esatto del posto: prima di prendere la superstrada girare a destra e seguire la stradina sterrata che scorre giusto a lato. 15 minuti a piedi. Ora, alla luce di queste indicazioni (anche se date in spagnolo), si da per scontato che anche un bambino di 5 anni riuscirebbe ad orientarsi... basta dire che avevo capito finanche io (e già versavo in situazioni pessime...)!

Pero', e c'è sempre un pero'..., il tipo automobile (dotato di vettura ndr), benchè spanofono, ha deciso di effetuare, in ordine cronologico, le seguenti operazioni.
1) Prendere la puta autostrada e proseguire per 7,5 Km;
2) Scendere in un paesino dove si ricordava che c'era una strada piccola per arrivare in un altro paesino dove c'era una stradina sterrata che conduceva in una spiaggia dove ci andava da piccolo e ricordava avessero svolto un qualcosa di simile ad una Dance hall nel lontano 1985...
3) Sbgliare uscita e perdersi in un ulteriore paesetto pieno di nulla;
4) Dopo aver incontrato la strada nn asfaltata, condurre la macchina UN'ORA E MEZZA per strade percorribili solo da mezzi corazzati;
5) Verificare che nn aveva capito un cazzo e che la festa nn era dove diceva lui;
6) Perdersi nella giungla di campagne dell'entroterra valenciano;
7) Richiamare la miriade di amici che aveva mandato a fare lo stesso giro;
8) Ritornare al maledetto Alboraya;
9) Parcheggiare sotto il concerto (che era esattamente dove io ed Afro avevamo cercato di fargli capire la prima volta) per tornare al paesino a piedi a prendere i suoi amici (simpatici come un calcio nel culo di punta) che erano incazzati come le bestie per l'escursione;
10) Una volta trovato il concerto, in mezzo al nulla, abbandonarci la alle tre.

Comunque, come si dice, l'impresa è valsa la spesa. Come prima nota positiva c'è da dire che Alboraya nn è un paesa... è un cartone animato. E' un misto tra Amsterdam, Venezia ed il paese delle meraviglie. Interamente costruito sul porto organizzato in piccole piazze-calette, con gli edifici tutti colorati, i ponticelli, i passaggi strettissimi... veramente un flash di città (andateci sballati...)!

Per nn parlare poi della dance hall... benchè nn fosse niente di eccessivo quanto a presenze ed organizzazione mi ha dato comunque la possibilità di vivermi una serata come ai vecchi tempi.. abbiamo ballato raggae sulla spiaggia al chiaro di luna, abbiamo conosciuto gente, abbiamo respirato aria di casa. E, fatto da nn sottovalutare, alle 8 di mattina abbiamo avuto (qui il merito va ad afro) la forza di mantenerci lucidi e conoscere due anime pie che ci accompagnassero fino a Valencia.

Un altro ricordo da aggiungere all'album delle avventure...
Adesso me ne vado a nannetta.
Un baciozzo,
ilpazzo

No comments: